LE ROUTINE

I rituali messi in atto durante questi momenti costituiscono dei punti fermi e rassicuranti per il bambino perché in essi si sente accolto, accettato e protetto.

Questi momenti di cura, il sonno e il cambio non devono essere sottovalutati, ma anzi trattati con estrema professionalità, in quanto è durante questi, più che nei momenti delle attività, che si costruisce una relazione emotivamente intensa con il bambino.

Il cambio ha molteplici valenze: momento di intimità e di intenso rapporto affettivo; momento di stimolazione verbale- cognitiva; momento di avvio all’autonomia. E’ per questo che deve esse trattato con la massima cura, mai con fretta e confusione.

Il sonno è un momento di forte valenza emotiva, affettiva e cognitiva per il bambino; non è un caso che il riposo al centro costituisca l’ultima fase dell’inserimento, la più delicata perché si chiede al bambino di addormentarsi fuori dal suo ambiente abituale senza la presenza rassicurante dei genitori. Il sonno è un momento individuale. Ogni bambino ha strategie, oggetti, posizioni, richieste personali che, nei limiti del possibile, verranno rispettate. L’individualità deve essere rispettata anche nel risveglio per questo ogni bambino deve svegliarsi spontaneamente secondo i suoi tempi.

IL GIOCO

All’interno dello svolgimento della giornata si collocano le attività di gioco che offrono, attraverso la strutturazione degli ambienti, la possibilità di conoscere, esplorare, scoprire, relazionare…

Il gioco è un’attività centrale della vita del bambino, molto seria ed impegnativa, che possiamo considerare al pari del lavoro, se non fosse per la spontaneità che lo caratterizza e che lo distingue.

Il ruolo del centro è quello di esser promotore del gioco dei bambini, creando spazi e tempi idonei.

La presenza dell’educatrice garantisce la possibilità di giocare: le regole, pur semplici, che le diverse situazioni di gioco richiedono, non potrebbero essere accolte senza la presenza costante di un adulto.

Al mattino, nei momenti di massima compresenza delle educatrici, si strutturano piccoli gruppi, omogenei per età, che giocano in spazi delimitati, nei quali si stabilisce un clima di intimità. I materiali variano ma i bambini chiedono quasi ritualmente lo stesso gioco.

Il clima tranquillo permette di parlare, ma anche semplicemente di agire a scoprire. Durante il gioco è possibile anche un’osservazione privilegiata dei bambini: molto progressi nel linguaggio, nei movimenti o nell’organizzazione del pensiero risultano particolarmente evidenti.